Tra le zampe il ramo

(bugia, la notte)


L'Incantatrice, Danilo Capua


Vuotami l’eterno
suggendoti gli occhi:
senz’altro incedere
che del tempo non sia ramo.

Custodia, e sia tra le zampe:
un volto la cui pietra
mi sa dell’ennesimo mutismo.

Da dove ti cali sembra
essermi il cuore;
bugia che sfiaccola la notte.


M. C. T.


* Versi liberamente ispirati all'opera L'Incantatrice, di Danilo Capua, in immagine.



Un muro dentro

(eretto: dagli Dei)





(voi non segnate il centro!)

Allargala Medea la tua bocca
sibilando i denti
propagati sull’abisso.

Di tuo Padre il pasto
alla densità del giorno
mentre l’oro
discende sui tuoi sogni
di regina.

(voi non segnate il centro!)

Albergata nei piedi
in forma di danza
sussulta la parola

confabulando la mia
con l'immagine che mi
emerge dalle dita.
Sono senza resistere
alla riscrittura del gesto.

E scavi il tallone della terra
balbettando lingua
che si inceppa nel palato.

Scosti la tenda del giorno
e s’insinua Giasone,
dissotterrando i figli
tuoi dal grembo.

(voi non segnate il centro!)


M. C. T. 


ph. Giovanna Iorio

testo poetico introduttivo alla performance tratto di Medea (per Coro e Visioni), all'interno di Eros e Kairòs, I Festival Internazione della Poesia al Femminile.

Terme Taurine, Civitavecchia - XV/VI/MMXIV


Croce e via: nòminati

(la sesta spezia)







Sul sacro santo ramo
della croce mette radici
un’imparlabile eleganza,
la stessa della tua lingua.

Il lento colare fa da fragranza:
non ti espressi il verbo,
non è che pezzi
abbandonati, un crocevia
di luoghi.

L’acquisto della sesta spezia
mi muore sullo scontrino
del passato. Lasciati incerto:
il caso di un nome.


M.C.T.


* immagine Studies for La Vague (The Wave), 1907, Carlos Schwabe.