Perla esatta la tua onda


Braccia di liquida ancella
a sfiorare l’aria che calza le mani senza sosta
si solleva il piede
con movenza di carezza all’abito del cuore.

The Dance - it is the rhythm
of all that dies in order
to live again; it is the eternal
rising of the sun.*

Arte e si divide il liquore
delle tue vesti erranti estasi in treccia
disciolta
fin sulle tue spalle dove
ho rincorso la sete ai gradini del tuo Tempio.

If we seek the real source of the dance,
if we go to nature, we find that the dance
of the future is the dance of the past,
the dance of eternity, and has been
and always will be the same.*

Poggio la bocca alla tua onda
conservando in brividi l’anelito alla luce
lascio per me lo scorcio
dell’occhio deponendo la punta
a sacrificio sul tuo altare.

Oh, sta arrivando la danzatrice del futuro,
libero spirito che abiterà nel corpo
della nuova donna: più gloriosa di qualsiasi
donna mai esistita, più bella dell’egiziana,
della greca, dell’antica italiana,
più bella di tutte le donne dei secoli passati.
L’intelligenza più elevata nel corpo più libero!*

È dorata la tua lingua perla esatta
infilata alla grazia
cucita sul mio palmo
a tessere il tuo incanto. Ho danzato abbeverando
filari di membra.


M. C. T.


* I. Duncan, L’arte della danza.
Immagine Isadora Duncan, Émile-Antoine Bourdelle.

I tuoi capelli, come bolla


Mi sorge in distanza l’isola
galleggiando concava sull’orizzonte preme
per afferrare
i tuoi capelli e lasciarmi in silenzio
come bolla la tua presenza.

Entro nell’ora dell’azzurro cupo –
ecco l’andito, si salda la catena,
nella stanza c’è un rosso su una bocca,
un vaso, rose tarde – tu!*

Di tutte le immagini ricondotte
separando a piedi
l’onesta mareggiata semplice
mi resta fra le pieghe
la tua voce d’olio puro e nitida mattina.

Entrambi lo sappiamo, le parole
che tante volte ad altri abbiamo offerto
sono fra noi un nulla e un fuori luogo:
questo è tutto ed è l’ultima mossa.*

Ho avuto e senz’altra fronte
poggio il pensiero alla tua coscia
sono indietro
rispetto alla tua spalla ma levigo
ore per farti doni di solerzia.


M. C. T.


* G. Benn, Ora azzurra, in Frammenti e distillazioni.
Immagine Il bacio, Edvard Munch.

Fiato di vermiglia creola


Lineare in essenza di domanda
sovrasta la mia testa
l’aureola candida
scoperta a mancare dal tuo dorso
di creola vermiglia.

E ora io
schiumo in grano, un luccichio di mari.
Il grido del bambino

si dissolve nel muro.*

Ho grattato dal tuo fiato
via la buccia seduta sul tuo grembo
scostando dal pelo di scimmia
il ciglio del gradino
dato in sorte alle mie gambe.

E io
sono la freccia,

la rugiada che vola
suicida, fatta una con lo slancio
dentro l’occhio

scarlatto, il crogiolo del mattino.*

Chiedo alle mani di fare silenzio
sto osservando il palpito
robusto che trascende le tue vene.
Se non fosse il tuo occhio
respirerei per il secolo d’aperto.


M. C. T.


* S. Plath, Ariel, in Ariel.
Immagine Isadora Duncan, Émile-Antoine Bourdelle.

Le mie gambe, sul taglio degli occhi


Nel nascondiglio laconico tra la coppa
e le mani respiro
il liquido trascorrere dei giorni
dondolando sul tessuto quadrettato
dei sonni che hai accumulato
per me.

Ve lo avrei potuto dire subito
che i guai sarebbero venuti
da altre mani, che bocche aguzze
vi avrebbero scovato là dove dormivate.*


Le mie gambe sedute all’incrocio
in cui si aggira la tua porta
sul taglio degli occhi diventati
grandi sminuzzo l’ombra
per ottenere frange di colore.

Ma di sicuro fredde pene ve ne ho fatte
patire anch’io come gli altri,
ho dovuto fare molta strada e accidentata,
per arrivare a questa morbidezza.*


Sono diventata selce e arcuata
sulla luna delle tue unghie
conservo semi di pelle
stretti sul bracciale su cui sta scritto il mio nome.

Miei bravi pagliacci, come potevo immaginare che per tutto
questo tempo
sono state le vostre grazie pasticcione a tenermi in vita
mentre il cielo era un sogno sfortunato.*


L’oggetto intagliato conficcato
tra le mie parole lievita nell’orbita
scapigliata di scarti che immagino sotto vetro.
E vedo il tuo corpo in un rettangolo
appostato al di sotto della luce.


M. C. T.



* T. Gallagher, Seni, in Spontaneamente.
Immagine Mi nana y yo, Frida Kahlo.